martedì, marzo 28, 2006

IL NUOVO CHE AVANZA: PARAS SHAH

Signore e Signori, ecco a Voi il principe ereditario Paras Bir Bikram Shah, figlio amatissimo del re Gyanendra monarca-tiranno del Nepal.
Come potete notare dalla elegante mise - un copricapo degno del Colonnello Gheddafi - il nostro punta ad inserirsi nel gotha dei migliori autocrati.
Recentemente venuto in Europa per consegnare due cuccioli di rinoceronte, "un regalo al Presidente dell'Austria e al popolo austriaco" per lo zoo di Schönbrunn, alcuni sedicenti oppositori nepalesi in esilio lo hanno accusato di cercare di acquistare armi in Europa per l'esercito reale nepalese, reso correttamente dal nostro una pratica milizia privata.
Cosa ci sia di male non si sa...
Paras Shah è purtroppo estremamente impopolare in Nepal: ha infatti fama di essere un individuo violento, dedito all'alcol e alla droga ed è sospettato almeno due omicidi.
Avrebbe infatti travolto con un fuoristrada un celebre cantante nepalese, Praveen Gurung, apparentemente soltanto perché si era rifiutato di cantare per lui, e fatto fuori un tassista, Sanubhai Dangol, che si sarebbe rifiutato di far salire sul suo taxi il principe evidentemente ubriaco. Nei giorni che seguirono l'omicidio di Gurung i giornali scrissero articoli di fuoco contro Paras Shah, vi furono manifestazioni di protesta in tutto il Paese e interrogazioni parlamentari e furono raccolte decine di migliaia di firme per chiedere all'allora re Birendra, zio del ragazzo, che il principe venisse giudicato.
Perché? Con tutta la fatica che ha fatto.
Pare infatti che Paras Shah si trovasse a Palazzo Reale il 1° giugno 2001, quando l'intera famiglia dell'allora monarca Birendra, 19 persone, venne sterminata in circostanze tuttora oscure e fu tra i pochi presenti a sopravvivere alla strage, per la quale è stato accusato il cugino Dipendra (di certo ingiustamente)...
Teniamolo d'occhio, viene su bene....

venerdì, marzo 17, 2006

Alzare i tacchi




Qualche giorno fa stavo guardando il diverbio tra Silvio Berlusconi e Lucia Annunziata.

La mia attenzione era totalmente concentrata sulla comprensione, in multitasking, di quello che i due si stavano dicendo vicendevolmente e simultaneamente.

A un certo punto Silvio decide di andarsene. Prima di congedarsi, allunga il
suo tenero corpicino sulla scrivania per arrivare a stringere la mano dell'intervistatrice.

L'inquadratura si allarga e io avverto una nota stonata in quell'immagine. Sono però ancora troppo concentrato sulle parole che si stanno dicendo per capire quale è la fonte del disturbo.

Solo in un secondo momento recupero la lucidità necessaria per andare sul web a rivedere il filmato e individuare l'origine di quella nota stonata.

Cerco tra le foto e finalmente vedo. Vedo la luce. Vedo la luce che c'è tra suola e tacco. Il leggendario tacco di Silvio con annessa suola spessa quanto uno strato geologico del devoniano.

Qualcuno gli spieghi che quando da più parti gli è stato detto di alzare i tacchi, non era questo che si intendeva.