domenica, settembre 11, 2005

Il dilemma di "mea" (clean version)

Il vasto panorama musicale italiano ci offre una serie interminabile di c*§?^*^°£ che hanno la "modesta" pretesa di scrivere "canzoni" e soprattutto spacciarle per tali. Questo è ovviamente un male, ma NON è il male minore! Concentriamoci un attimo su questo branco di c*?="£$%!&°* ed andiamo a pescare quelli (...non sono tantissimi, ma sono indiscutibilmente troppi!) che nel loro bel testo, scritto probabilmente mentre stavano c***ndo, inseriscono strofe che finiscono con "MIA", e cioè, "voglio averti mia", "per sempre mia", ecc... La lingua inglese, da sempre rincorsa dai nostri artisti per la versatilità della metrica, diventa in questo caso la più grande macchina rompic**** del mondo. Il nostrano "mia" (allenatevi a pronunciarlo "mia" "mia") per uno strano gioco da bastardi, iniziato probabilmente dal boscimano Piero Pelù e tramandato ad altri c*"?=!£$, anche loro inseguitori dell'anglosassone "way of pronouncing", diventa "MEA", anzi un po' più lungo, tipo "MEEA". Ma porca put****, il Renga, quella specie di zelig della musica italiana (ricordatevi che durante la sua carriera si è trasformato di anno in anno nei seguenti personaggi: Jim Kerr, Dave Gahan, Kurt Cobain, Topolino, Pippo e Pluto) è mai possibile che non riesca a dire "mia" in modo normale! No, lui dice "MEA" e io m'inc****, un "MEA" così gutturale che vien voglia di fargli un deepthroat con un c**** di un negro. Povero Renga! Magari non è neanche colpa sua, il "MEA" vien da sè, come la sfiga, come la merda che ti si attacca sotto la scarpa. Poi come se non bastasse arrivano loro i "VOGLIO AVERTI MEEEEEA!", Sugar Free, già il nome fa abbondantemente inc***are...le facce poi non ti dico! E loro, dall'alto del loro gran pezzo "Cleptomania" (e stendo un velo iperpietoso anche sul titolo di quella diarrea atomica) cosa ti dicono? "MEEEEA". Bene fate le vostre riflessioni, ascoltate Pelù, Renga e quelle cataratte degli Sugar Free e poi all'erta...se sentite un "MEEEA" scrivete un commento con il nome del fenomeno da baraccone che lo sta pronunciando.
Sempre vostro (anzi sempre MEO) Julien

3 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Caro Sig. Julien,
purtroppo non ci conosciamo. Il mio ufficio stampa mi ha sottoposto il violento attacco che Lei ha rivolto a mio marito Francesco Renga e ad alcuni artisti italiani di livello, rei solo di avere il mio Francesco come riferimento.
Perché tanto odio?
Da quanto mi pare di capire leggendo questo confuso blog (a tratti davvero volgare), Lei proviene da una zona che alla tradizione musicale del nostro belpaese - a parte grandi artisti come Indifferents e Fango - non ha mai dato nulla di buono.
Basti pensare alla pletora di gruppuscoli e artisti alternativi che hanno invano tentato la scalata verso la fama (mi riferisco ai vari ehi namber tu, aplesse stet, marko sanchiodi, fangoso ragù, bar-e/o-dinamic, di end, ecc.) e che fortunatamente sono stati bloccati dalle major e dal servizio militare di leva.
Lei ricorderà senz'altro quanti ooohohoho, flai, trai, mai, uei, faind, maind, caind componevano quelle ingenue canzonette (alcuni degli artisti citati in certe pratiche rivaleggiavano con i muezzin della mecca...); di certo il pubblico a cui erano rivolte non aveva la sua preparazione e la sua immediatezza per comprendere quale violenza veniva perpetrata ai danni della lingua d'Albione e, quindi, i figuri di cui sopra hanno potuto emettere i loro vaggiti per anni senza che nessuno li capisse e tantomeno li attaccasse così violentemente.
Il mio mentore Bonco-mpagni mi ha sempre invitata a lasciare cadere le accuse infamanti di certa stampa, ma quando toccano i miei affetti mi sento in dovere di difenderli nei confronti di chiunque.
Tenga presente che mio marito, che non capisco davvero come possa accusare di essere ondivago (lui sì che ama e comprende la musica), ha vinto l'ultimo Festival della Canzone Italiana di Sanremo con un brano ("Angelo") dedicato ad un prestigioso locale della sua zona che le consiglio di frequentare.
Potrà incontrare persone nuove, magari con la sua stessa passione per le riproduzioni in lattice di organi sessuali, e vivere più serenamente l'arte della canzone d'autore, dalla quale, forse, si sente ingiustamente rifiutato.
Cordialmente gutturale,
Sua Ambra Angiolini

16:59  
Blogger redazione said...

Capisco di averla toccata e un po' me ne pento, ma il "MEEEA" mi fa venire l'orticaria, quindi la esorterei, molto semplicemente e con il giusto grado di galanteria, ad invitare il suo riccioluto consorte a cantare come *** comanda. Forse ha toccato una corda dolente e cioè la mia invidia per la carriera musicale del suo cespuglietto d'oro, ma ricordi un giorno torneremo, tutti insieme, e quel giorno lì vi faremo un gran culo! Promesso!
Julien Renga

17:08  
Anonymous Anonimo said...

bravo Julien, il tuo stile è impeccabile, noto con piacere che le EXPLICIT LYRICS non si convengono al tuo modo di essere, ancora complimenti!
LALLA73

19:19  

Posta un commento

<< Home