martedì, settembre 20, 2005

Fallo da solo: l'angolo del bricolage


Stanchi della solita partita di calcetto?
Stanchi del solito serial televisivo preferito?
Vostra moglie, la vostra ragazza, i vostri figli (se e mai ne avrete) sono insulsi e non ascoltano ancora i Led Zeppelin?
Nessun problema. Rifugiatevi nel bricolage.
Poche storie. Vostro papà lo faceva, e chi non lo fa solo perché si crede più furbo ma è arrivata l’ora di capire che suo papà aveva capito qualcosa.
Primo step: attrezzatevi di una cassetta degli attrezzi ben fornita e d’acciaio.
Ad una prima analisi si nota subito che:
- la cassetta degli attrezzi ispira un senso di rispetto e di professionalità che con 15 anni di studi e di pieni voti, master e riconoscimenti professionali non avete ottenuto (“ma cosa hai studiato a fare?” questa frase apparterrà al passato!)
- la cassetta degli attrezzi è piena di oggetti inutilizzabili (e probabili scarti da forge) e soprattutto non contiene il componente più importante, il martello.
Dotatevi quindi di un martello, del tipo indicato in figura.

Vi anticipo già che arriverà il giorno in cui ambirete a qualcosa che faccia ancora più fragore e che rompa più le balle ai vicini: il black & decker.

Non compratelo. Procedete per passi. Assaporate il piacere della lentezza e della consapevolezza che siete solo agli inizi..
Secondo step: recuperate delle assi di legno, una sega da legno, dei chiodi, una matita, un righello e una brugola anche se non sapete cos’è. Non importa, non lo sappiamo bene neanche noi, l’importante è che suoni bene come nella frase “cara, mi allunghi la brugola?” oppure “un attimo che cazzo! Non vedi che ho da fare con la brugola?”.
E poi basta. Non serve nient’altro.
Programma.
Il primo pomeriggio spendetelo senza un programma preciso, prendete familiarità con gli strumenti e la “materia prima” che sotto le vostre capaci mani prenderà forma e anima!
Se avete le vertigini di fronte ad una vostra creatura e vaneggiando le parlate, è probabile che stiate bestemmiando per una tega al dito. Ma ricordatevi che il piacere a volte è anche dolore e viceversa.
Per coloro che invece non amano improvvisare, ecco un suggerimento dell’autore.
Fissate un asse di legno al tavolaccio con gli appositi morsetti, piantate sull’asse un paio di chiodi tirandoci sopra delle belle mazzate, poi prendete il righello, misurate delle distanze e segnatele attentamente con la matita, quindi segate l’asse per bene proprio in corrispondenza dei segni che avete fatto.
(vedrete che nessuno ardirà a chiedervi un’idiozia del tipo : “ma a cosa serve?!” … è un lavoretto per dio)
Et voilà…il vostro primo lavoretto è bell’e pronto! Sentite che soddisfazione? Siete felici di non aver passato questi minuti pigramente sul divano a guardare quella brutta televisionaccia? Provate il legittimo orgoglio di chi i lavoretti se li sa fare da solo senza dover chiamare questo o quello che vengono chissà quando, si fanno pagare anche la chiamata, e dopo un po’ le cose si rompono di nuovo? Perfetto! Avete superato la prima lezione. Adesso siete pronti per il prossimo step, che affronteremo insieme nella prossima puntata.

Nel frattempo preparatevi psicologicamente per la prossima lezione: siete ora pronti per produrvi il vostro ROZO CODA artigianale.
Ciccius + Blutus

6 Comments:

Anonymous Anonimo said...

sono commosso

08:44  
Anonymous Anonimo said...

Questa coppia è pericolosa come dante&jucas

15:22  
Anonymous Anonimo said...

secondo me il ROZO CODA ha la forma della pista cifrata del n.1 di torcicollo...non vedo l'ora di saperlo!

16:25  
Anonymous Anonimo said...

chi è bennihill quello sopra?

14:44  
Anonymous Anonimo said...

Paolo, anyway è bona?

14:46  
Anonymous Anonimo said...

Non sape. Chiedi serjulien.

15:49  

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